Le Person dij Partigian
il 2 giugno, ore 21:00
in Via Bò, 4 (presso le scuole medie)
a San Maurizio C.se, presentano la proiezione di
Una vita difficile, un film del 1961 diretto da Dino Risi e inserito tra i 100 film da salvare.
Il film narra di un ex partigiano, comunista e idealista di nome Silvio Magnozzi, interpretato da Alberto Sordi. Il ruolo è piuttosto atipico per l’attore romano, che in questo film recita la parte di un uomo che ha combattuto per un mondo nuovo e che ripone fiducia nei valori che lo hanno animato. Dalla resistenza al boom economico, Risi (grazie anche alla splendida sceneggiatura di Sonego) racconta la storia dell’Italia e degli italiani di un mondo nuovo e pulsante, che però premia arrivisti e gente senza scrupoli. In quel mondo, Magnozzi avverte di essere un perdente e, dopo un lungo travaglio, si arrende negando la propria identità.
Il riscatto finale è più per rassicurare lo spettatore con un movimento catartico che per raccontare la storia di questo Paese: il dubbio su cosa sia realmente successo resta. Vent’anni di vita del nostro Paese in un film amaro che è fra le migliori prove di Dino Risi. Nessuna celebrazione, poco ottimismo, ancor meno entusiasmo. Tipica commedia all’italiana, Una vita difficile dimostra che, nonostante bozzettismi e facilonerie, il genere può aver valore di documentario e di satira.
Sordi è superlativo, la Massari ben valorizzata. Retorica e banalità non mancano quando si descrivono gli antagonisti, ma sono impeccabili i risvolti comico-grotteschi e precise le frecciate a personaggi ed ambienti del dopoguerra. Il commendator Bracci (impersonificato da Claudio Gora) è una figura di grande rilievo: una specie di simbolo della corruzione, del malaffare in veste legale, con il suo impero di giornali e la sua prepotenza.
L’acredine che percorre la storia come un’implicita e acida protesta contro il malcostume (Sonego e Risi non risparmiano nulla e sono sempre puntuali) prevale qualche volta sul distacco della satira e sull’acutezza dell’analisi. Sordi è il punto di equilibrio di tutta la vicenda: il suo personaggio, mirabilmente tratteggiato, acquista via via in vigore, incisività, autorità. La lunga sequenza finale, dagli sputi contro le auto sfreccianti sul lungomare di Viareggio al tuffo di Bracci in piscina – un brano esemplare, come quello della cena dei monarchici – quantunque si svolga all’inizio del boom economico, secondo alcuni preannuncerebbe il futuro disfacimento dell’Italia.
In una delle ultime interviste televisive concesse prima di morire, alla domanda del giornalista su quale fosse il personaggio interpretato a cui era maggiormente legato, Sordi rispose essere quello di Silvio Magnozzi, il protagonista del film, aggiungendo, come seconda risposta, quello di Giovanni Vivaldi, protagonista della pellicola Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli.
Fonte: Wikipedia